Questo libro è dedicato e scritto principalmente perla mia bambina Anna. Vorrei poter in qualche modo “aprirle gli occhi” nei confronti di una società e di un modo di pensare a mio dire, controverso. Da genitore, vorrei poterle chiudere forse un pezzettino di cuore, affinché nessuno possa mai ferirla del tutto, ma in realtà vorrei anche poterle raccontare la nostra storia in un modo in cui non ho mai avuto il coraggio di fare prima, trasmettendole la voglia di crederci e di non mollare mai. Anna, credici anche quando hai mille motivi per non farlo, fissa un obiettivo e inseguilo, io sarò lì, tra il pubblico ma in ultima fila nel caso avessi bisogno di un ultimo abbraccio.
Dedico, inoltre, questo scritto a tutti quelli che sentono di aver bisogno di qualcuno che creda in loro, a chi non vede più una speranza o a chi ha chiuso i suoi sogni in un cassetto da molto tempo e ha paura o timore di inseguirli per via delle responsabilità o solamente perché è convinto di non potercela fare.
Ho la presunzione di voler arrivare al cuore e alla mente di tante bambine, degli studenti che non credono nei professori, dei professori che non vedono un futuro negli studenti, degli architetti e degli architetti mancati, degli operai, degli imprenditori, delle mamme sole e delle mamme mal accompagnate, dei figli soli e non voluti, delle donne tradite, di chi mette in difficoltà gli altri solo per il gusto di farlo. Voglio arrivare a tutti quelli che forse, proprio in questo momento, stanno pensando di gettare la spugna.
Quello che leggerete probabilmente non avrà nulla di innovativo o rivoluzionario, tante storie somigliano alla mia e tante storie si sono concluse in modi peggiori o migliori. Non è però questo il mio fine ultimo.
Questo scritto non vuol essere una biografia raccontata in modo cronologico, non vengono citate città e nemmeno nomi di persone se non quello più importante.
Quello che vorrei che passasse è il messaggio e pertanto alcuni fatti non verranno nemmeno presi in considerazione.
Non voglio, inoltre, mettere in cattiva luce nessuno, mi limiterò a raccontare i fatti e ringrazio ogni singola persona che ho incontrato nel mio cammino per
avermi lasciato un pezzetto di sé e per avermi insegnato a essere come sono oggi.
Un grazie a tutti quelli che la porta me l’hanno chiusa in faccia, a chi ho amato e non c’è più, a coloro nei quali ho avuto fiducia e l’hanno tradita, a chi diceva che non ce l’avrei fatta e a chi se ne è andato.